IL SOVRACCARICO DI FERRO - PARTE 2
Il sovraccarico di ferro sistemico primario
In questo gruppo sono comprese le patologie, generalmente ereditarie, dovute a difetti che riguardano i meccanismi di regolazione del metabolismo del ferro e più precisamente la produzione di epcidina, il principale regolatore dell'omeostasi del ferro e il suo recettore ed effettore, la ferroportina (per informazioni sulla regolazione del ferro si rimanda agli articoli Il metabolismo del ferro e L'assorbimento del ferro).
Emocromatosi
L'esempio meglio conosciuto di
sovraccarico di ferro primario è l'emocromatosi, in cui il difetto
genetico causa un aumento dell'assorbimento di ferro a livello
intestinale e del suo rilascio dal macrofago. Una quantità eccessiva di
ferro viene quindi rilasciata nel sangue per cui la transferrina (il
trasportatore del ferro) si sovraccarica (saturazione della transferrina
elevata) e compare il ferro libero (NTBI ed LPI) che in modo sregolato
va ad accumularsi rapidamente negli organi e nei tessuti.
Attualmente,
si riconoscono 5 diverse forme di emocromatosi dovute a mutazioni a
carico di 5 diversi geni: HFE, HAMP, HJV, TFR2 e SLC40A1 che codificano,
rispettivamente per la proteina HFE, epcidina, emojuvelina, recettore 2
della transferrina e ferroportina.
Gene | Locus | Proteina | Fenotipo | Classificazione precedente | Classificazione attuale |
---|---|---|---|---|---|
HFE | 6p22.2 | HFE | Autosomico recessivo | HC tipo 1 | HFE-HC |
HAMP | 1q21.1 | Emojuvelina | Autosomico recessivo | JH - HC tipo 2a | HJV-HC |
HJV | 19q13.12 | Epcidina | Autosomico recessivo | JH - HC tipo 2b | HAMP-HC |
TFR2 | 7q22.1 | Recettore 2 della transferrina | Autosomico recessivo | HC tipo 3 | TFR2-HC |
SLC40A1 | 2q32.2 | Ferroportina (mutazioni gain-of-function)* | Autosomico dominante | HC tipo 4 | Fpgf-HC |
PIGA | Xp22.2 | Phosphatidyl-inositol N-acetil-glucosaminil-transferasi | X-linked | PIGA-CDG | PIGA-CDG |
* Le mutazioni Gain-of-Function (guadagno di funzione) sono mutazioni che determinano un'aumentata attività della proteina; nel caso specifico la ferroportina diventa resistente all'azione di epcidina e rimane espressa in membrana aumentando il rilascio di ferro dalle cellule intestinali e dal macrofago nel sangue e la concentrazione di ferro nel sangue. Mutazioni Loss-of-Function di SLC40A1 sono responsabili di una patologia nota come deficit di ferroportina distinta dalle forme di emocromatosi in quanto caratterizzata da un accumulo di ferro prevalentemente macrofagico e dalla normalità della saturazione della transferrina.
HFE, emojuvelina, e
recettore 2 della transferrina sono proteine che, a livello della
cellula epatica, regolano la produzione di epcidina e quindi,
l'assorbimento del ferro dietetico a livello intestinale e il suo
rilascio nel sangue dal macrofago e dalla cellula epatica, entrambe sedi
di deposito del ferro.
Tutte queste forme di emocromatosi si
manifestano con un tratto recessivo. Questo vuol dire che perché
l'emocromatosi possa rendersi manifesta è necessario che la persona
erediti una mutazione patologica da entrambi i genitori che sono
obbligatoriamente portatori sani del difetto genetico. La forma HFE-correlata
è la più comune ed è quasi sempre dovuta da un'unica mutazione
(p.Cys282Tyr) presente in doppia copia (omozigosi) nel soggetto affetto,
le altre sono rare o ultra-rare e dovute a mutazioni diverse.
La
ferroportina è il recettore di epcidina e, allo stesso tempo, l'unico
noto esportatore del ferro dalle cellule al sangue. Il legame
epcidina-ferroportina determina l'inattivazione della ferroportina e una
riduzione della sua funzione di esporto. Contrariamente alle altre 4
forme di emocromatosi, la forma dovuta a mutazioni (gain-of-function) di
ferroportina si manifesta con un fenotipo dominante; è perciò
sufficiente un'unica mutazione perché si manifesti la patologia, ragione
per cui la malattia si manifesta frequentemente nelle diverse
generazioni (genitori e figli).
A seconda della rilevanza che queste
proteine esercitano sul controllo della sintesi e funzione di epcidina,
il loro difetto determinerà alterazioni più o meno severe sul sistema
regolatorio e quindi sulla rapidità e sull'entità dell'accumulo di ferro
nell'organismo e sullo sviluppo del danno d'organo. Infatti, le forme da
difetto della stessa epcidina o del suo principale regolatore (emojuvelina)
determinano forme ad insorgenza più precoce e più gravi delle altre (emocromatosi
giovanile).
Per ulteriori dettagli sulla genetica e sulle
manifestazioni cliniche delle forme di emocromatosi, si rimanda
all'articolo specifico L'emocromatosi).
Deficit di ferroportina
Una condizione
particolare è quella legata a mutazioni con perdita di funzione
(loss-of-function) della ferroportina. In questi casi la ferroportina
mutata non è in grado di raggiungere la membrana della cellula per
svolgere la sua funzione di esportazione del ferro nel sangue in modo
adeguato. La caratteristica di questa patologia, che la contraddistingue
da quella dovuta a mutazioni "gain-of-function" della ferroportina (vedi
sopra), è la presenza di una saturazione della transferrina normale e di
un accumulo di ferro esclusivo o prevalente nelle cellule sinusoidali
(cellule di Kupffer) epatiche e nei macrofagi della milza e fegato (per
ulteriori dettagli vedi articolo “deficit di ferroportina” sul sito).
A(Ipo)-transferrinemia ereditaria, Aceruloplasminemia e
Deficit di DMT1
Esistono altre forme di sovraccarico di
ferro geneticamente determinato dovuto a mutazioni a carico di geni non
direttamente coinvolti nella regolazione del metabolismo del ferro, ma
che riguardano proteine di trasporto del ferro (transferrina), proteine
che facilitano il legame del ferro alla transferrina stessa (ceruloplasmina)
o il suo trasporto intracellulare per la formazione dell'emoglobina
(DMT1).
Queste forme si accompagnano quasi sempre ad un'anemia
microcitica perché la proteina difettiva è importante per fornire in
modo adeguato il ferro al midollo osseo, il principale utilizzatore di
ferro, indispensabile per la produzione di emoglobina. Per ulteriori
dettagli su queste forme vedi articoli specifici sul sito.
Il sovraccarico di ferro sistemico secondario
Anemie con eritropoiesi inefficace
Questo gruppo
comprende il sovraccarico di ferro dovuto o associato a difetti nella
produzione dei globuli rossi (anemie diseritropoietiche congenite),
dell'eme che è la struttura contenente ferro che si lega alle catene
globiniche per formare l'emoglobina (anemie sideroblastiche congenite e
acquisite) o della produzione di emoglobina per difetti a carico delle
globine (talassemia major e intermedia).
In questi casi, i pazienti
affetti presentano quella che viene definita eritropoiesi inefficace,
una condizione in cui il processo di produzione dei globuli rossi maturi
(eritropoiesi) è inefficiente perché i globuli rossi non giungono a
maturazione completa e muoiono prima di entrare nel circolo. Questo
fenomeno causa l'anemia da un lato e un aumento marcato
dell'eritropoiesi come tentativo di compensazione, dall'altro.
Il
ferro contenuto nei globuli rossi immaturi (eritroblasti) si accumula
nell'organismo, mentre l'esaltata eritropoiesi causa un marcato aumento
del fabbisogno di ferro che stimola l'assorbimento a livello intestinale
contribuendo entrambi allo sviluppo del sovraccarico.
Sovraccarico di ferro trasfusionale
Altre forme
di anemia richiedono il supporto cronico di trasfusioni (talassemia
major, anemie aplastiche, sindromi mielodisplastiche). La trasfusione di
sangue permette la sopravvivenza dei pazienti con queste patologie, ma
determina un drammatico sovraccarico di ferro responsabile dello
sviluppo di gravi complicanze se non viene trattato con farmaci per
eliminare il ferro in eccesso (chelanti del ferro).
Infatti, ogni
sacca di globuli rossi concentrati contiene circa 200 mg di ferro e il
regime trasfusionale in questi pazienti è, in genere, nell'ordine di 2
sacche ogni 15-20 giorni per cui ogni anno si accumulano grandi quantità
di ferro che, se non eliminate portano rapidamente allo sviluppo di
gravi danni a carico di fegato (cirrosi), cuore (scompenso cardiaco e
aritmie) e ghiandole endocrine (ipogonadismo, ipotiroidismo, diabete).
Cirrosi epatica avanzata
Un'altra causa di
sovraccarico di ferro sistemico secondario è quello che accompagna le
forme più avanzate di cirrosi epatica, qualunque ne sia la causa.
Le
cause sono molteplici. L'insufficienza epatica determina una ridotta
sintesi di proteine fondamentali del metabolismo del ferro quali
epcidina e transferrina. La carenza di epcidina facilita l'assorbimento
di ferro analogamente a quanto accade nelle forme di emocromatosi,
mentre la carenza di transferrina facilita un aumento della saturazione
della transferrina stessa, la comparsa di ferro libero circolante (NTBI)
e il suo rapido deposito negli organi.
Inoltre, la cirrosi epatica
determina alterazioni ematologiche che causano eritropoiesi inefficace
ed emolisi cronica (distruzione precoce dei globuli rossi circolanti),
condizioni entrambe che facilitano lo sviluppo, anche molto rapido e
severo, del sovraccarico di ferro.
Il sovraccarico di ferro localizzato (focale)
Queste forme di sovraccarico di ferro hanno la caratteristica di limitarsi ad un organo specifico (fegato, encefalo, polmone).
Malattie croniche di fegato
Nei pazienti con
epatopatia cronica di origine virale, autoimmune o alcoolica, è molto
frequente osservare un accumulo di ferro epatico (dal 12 al 64% nelle
diverse casistiche), generalmente lieve o moderato. Ciò dipende da più
fattori:
a. un aumentato rilascio di ferro da parte delle cellule
epatiche danneggiate (necrosi epatocellulare) e dalla degradazione della
ferritina;
b. l'accumulo di ferro nei macrofagi coinvolti nella
captazione del ferro rilasciato dalla necrosi epatocellulare;
c. la
tendenza alla ritenzione del macrofago che consegue allo stato
infiammatorio associato alla malattia cronica.
In queste condizioni
quantità di ferro anche relativamente modeste possono amplificare e
propagare l'iniziale danno tossico indotto dai virus epatitici o
dall'alcool e costituire un cofattore di rischio per la fibrosi del
fegato. Il sovraccarico di ferro coinvolge i macrofagi, le cellule
sinusoidali del fegato e gli epatociti.
Porfiria cutanea tarda
Nella porfiria cutanea
tarda, il sovraccarico di ferro è il risultato di un'interazione tra più
fattori presenti in varia combinazione:
a. un elevato introito
alcoolico;
b. la presenza di un'epatopatia cronica (in genere virale);
c. la presenza di mutazioni del gene HFE.
Sovraccarico di ferro associato agli stati dismetabolici
Una causa frequente di sovraccarico di ferro epatico generalmente di
modesta entità è quello che si associa alla presenza di alterazioni
metaboliche svariate (diabete, sovrappeso ed obesità, ipertensione,
colesterolo e/o trigliceridi elevati). Il meccanismo responsabile del
sovraccarico di ferro in questi pazienti rimane ancora da definire. La
sede di accumulo è mista e coinvolge sia le cellule sinusoidali e
macrofagiche che gli epatociti.
Esposizione prolungata ai fumi di saldatura
In
queste persone è nota una patologia di accumulo focale nei macrofagi a
livello polmonare (polmone da saldatore) causa di fibrosi. Più
recentemente, un sovraccarico di ferro epatico è stato osservato nei
saldatori con prolungata esposizione ai fumi di saldatura e, in
particolare, in coloro che facevano scarso uso dei presidi di protezione.
In questi pazienti, l'accumulo è prevalente nei macrofagi e nei
sinusoidi epatici nelle fasi iniziali e si può estendere successivamente
a coinvolgere le cellule epatiche.
Malattie neurodegenerative con sovraccarico di ferro
cerebrale (NBIA)
Si tratta di un variegato gruppo di
patologie caratterizzate da un accumulo di ferro prevalente nei nuclei
della base del cervello. Sono solo due le forme dovute a mutazioni di
geni coinvolti nel metabolismo del ferro, l'aceruloplasminemia che si
distingue per la presenza di un accumulo di ferro anche sistemico e la
neuroferritinopatia, una malattia neurodegenerativa dovuta a mutazioni
del gene della L-ferritina.
Le altre patologie sono dovute a
mutazioni di geni non strettamente correlati al metabolismo del ferro e
ad insorgenza prevalente in età pediatrica.
Relazione tra genotipo HFE e quadro clinico atteso
Genotipo HFE | Fenotipo (quadro clinico atteso) |
---|---|
Omozigoti C282Y (difetto ereditato da entrambi i genitori) |
Emocromatosi con quadro clinico variabile in funzione di
fattori acquisiti e genetici. Circa il 30% delle donne e il 5% degli uomini possono non esprimere la malattia in modo conclamato a causa di perdite ematiche fisiologiche e patologiche. |
Eterozigoti C282Y (difetto ereditato da un solo genitore) |
Generalmente i soggetti non presentano la malattia. Raramente si ha un fenotipo emocromatosico, anche se la possibilità aumenta in presenza di altri fattori che possono aumentare l'assorbimento del ferro. |
Eterozigoti composti C282Y/H63D | Possono esprimere un fenotipo emocromatosico, generalmente moderato. |
Omozigoti ed Eterozigoti H63D | Generalmente normali. In pazienti con porfiria cutanea tarda ed epatite cronica virale è frequente, soprattutto in Italia, un sovraccarico di ferro lieve/moderato. Raramente associati ad un fenotipo emocromatosico (vedi Eterozigoti C282Y). |
Normale | Generalmente normali. Sono stati descritti alcuni casi con un fenotipo emocromatosico, che suggeriscono l'esistenza di un'emocromatosi non correlata al gene HFE. |
prof. Alberto Piperno
[Articolo pubblicato il 15-12-1998 e aggiornato il 02-08-2023]