RESOCONTO DEL CONVEGNO SULL'EMOCROMATOSI A DESIO
"Il ferro è uno dei protagonisti della storia della nostra civiltà. Ha
segnato una conquista, ha scandito i tempi della vita dell'uomo. Oggi, però, noi
ci occupiamo del ferro che è dentro il nostro corpo".
Ha introdotto così, il dottor Vittorio Baldini, della divisione di medicina
dell'ospedale di Desio, il convegno dedicato sabato 11 dicembre 2004 a "La
patologia da sovraccarico di ferro: una possibile fonte di materiale ematico per
uso terapeutico".
Si è parlato di ferro, dunque, e di emocromatosi, la malattia che comporta
l'assorbimento eccessivo di ferro nel corpo; a volte ereditaria, rara sì, ma di
fatto una malattia genetica più frequente tra la popolazione europea che
altrove.
I lavori si sono svolti all'auditorium "Banco Desio" di via Rovagnati, a Desio.
Promotrici le aziende ospedaliere di Vimercate e San Gerardo di Monza, il Lions
Club Brianza Host e l'Associazione volontaria per lo studio dell'emocromatosi e
delle malattie da sovraccarico di ferro dell'ospedale San Gerardo.
Il convegno, diviso in due sessioni e conclusosi con una tavola rotonda sul
tema, ha visto il contributo di numerosi medici specialisti: nella prima sezione
sono state descritte le patologie, nella seconda la diagnosi.
"Quando il ferro rimane all'interno delle cellule, produce danni – hanno
ripetuto i medici che si sono alternati negli specifici interventi -. Gli organi
bersaglio sono il fegato, il pancreas, le ghiandole endocrine, la cute, le
articolazioni, gli organi genitali".
La diagnosi deve essere la più veloce possibile, attraverso la biopsia epatica,
la risonanza magnetica, la metodica quantistica. L'effetto terapeutico più
efficace avviene attraverso il salasso settimanale, che diventa poi più diluito
nel tempo nel periodo di mantenimento.
La tavola rotonda seguita, ha quindi puntato l'attenzione sul tema
dell'utilizzo del materiale ematico dei soggetti con patologie da sovraccarico
di ferro.
Il sangue sottratto al paziente durante il salasso è utilizzabile o no? Un
dibattito, questo, che si sta sviluppando in modo considerevole all'interno
della comunità scientifica internazionale, considerata la cronica scarsità di
sangue da impiegare per le trasfusioni.
E' di recente approvazione negli Usa l'uso di sangue prelevato da pazienti
soggetti da emocromatosi ereditaria con organi non danneggiati e adeguatamente
testato; fatto che permette di aggiungere alla banca del sangue americana sino a
3 milioni di donatori.
Simile obiettivo è alla base degli studi e degli incontri promossi in Europa ed
anche in Italia.
I soggetti affetti da emocromatosi ereditaria sarebbero aiutati a prendere
coscienza di non essere solo "pazienti", ma pure socialmente utili, benefattori,
donatori.
articolo tratto da "Il Cittadino" del 18/12/2004
[Notizia pubblicata il 25-02-05]