APPROFONDIMENTI SULL'EPCIDINA
Cos'è l'epcidina?
E' una piccola proteina (un ormone: sostanza che porta informazioni anche
lontano dalla sede di produzione) responsabile della regolazione del riciclo del
ferro e dell'equilibrio del ferro corporeo. L'epcidina regola l'assorbimento del
ferro dall'intestino ed il suo rilascio dai macrofagi (le cellule di deposito
coinvolte anche nel sistema immunitario).
Perché l'epcidina sta dando così importanti informazioni nella ricerca
dell'Emocromatosi?
L'epcidina sembrerebbe essere il regolatore dei depositi di ferro a lungo
cercato. L'epcidina può essere la proteina chiave che "sente" i livelli di ferro
corporeo e che dà il via ad altri processi che hanno luogo, sia nel caso in cui
il corpo abbia bisogno di più che meno ferro, a seconda della condizione in cui
si trova.
Come funziona l'epcidina all'interno del corpo?
L'epcidina è prodotta dal fegato in risposta a stimoli infiammatori ed al
ferro stesso. Circola poi nel sangue in modo simile ad altri ormoni. Sembra
interagire con recettori che si trovano sia sulla superficie delle cellule
intestinali che su quella dei macrofagi, regolando così il metabolismo del
ferro.
Come funziona l'epcidina all'interno del metabolismo del ferro?
L'epcidina agisce insieme ad altre proteine che regolano il metabolismo del
ferro, tra cui la Ferroportina 1, il Recettore 2 della Transferrina, l'Emojuvelina
e l'HFE, ma non è ancora completamente noto come queste proteine interagiscano
(comunichino) tra loro. E' però chiaro, oggi, che l'epcidina è la proteina
chiave che dà il segnale ad altre all'interno del metabolismo del ferro. Quando
tutte le proteine che regolano il ferro funzionano bene e ricevono il segnale
corretto dall'epcidina, una quota di ferro appropriata per il fabbisogno
corporeo sarà trasferita nel sangue, in modo da evitare un eccessivo accumulo di
ferro nei tessuti. L'eccesso o la riduzione di epcidina è la causa delle
alterazioni a valle di questo fine meccanismo di regolazione del ferro: la
mancanza di epcidina determina sovraccarico di ferro, mentre un eccesso di
epcidina causa anemia. Un possibile schema che descrive come l'epcidina e le
altre proteine interagiscano tra di loro è mostrato nella figura.
Si potrebbe fare un paragone: l'epcidina è come l'informazione inviata dal capo
dei vigili urbani che grazie alle informazioni provenienti dalla città e con
l'aiuto dei vigili posti agli incroci (le altre proteine implicate nella
regolazione a monte e a valle) regola il traffico delle auto (metabolismo del
ferro) evitando ingorghi in città (sovraccarico di ferro) o inutili zone vuote
(anemia).
Figura
A: normalmente, la proteina epcidina prodotta dal fegato è rilasciata nel
circolo sanguigno ed interagisce con le altre proteine che regolano il
metabolismo del ferro, per dare un messaggio ed ottenere un normale equilibrio
dell'assorbimento di ferro attraverso l'intestino ed un normale rilascio dai macrofagi.
Figura
B: nell'Emocromatosi causata da mutazioni del gene HFE, i livelli di epcidina
sono più bassi e questo dà il segnale per un aumentato assorbimento intestinale
di ferro ed un incontrollato rilascio dai macrofagi.
Ma allora è alterato il gene dell'epcidina (HAMP) o la proteina epcidina
nell'Emocromatosi con esordio in età adulta (la forma classica)?
La forma classica di Emocromatosi non è dovuta ad un'alterazione del gene
HAMP. L'Emocromatosi Ereditaria è causata, nella maggior parte dei casi, da
mutazioni del gene HFE. Presumibilmente, il gene HFE gioca un ruolo nel regolare
la produzione epatica di epcidina, dal momento che nei pazienti con emocromatosi
i livelli proteici di epcidina misurati nel sangue sono risultati stranamente
bassi. Bassi livelli di epcidina nel sangue portano ad un eccessivo assorbimento
intestinale di ferro e al suo rilascio dai normali depositi situati nei
macrofagi e quindi ad un eccesso di ferro che entra nel circolo sanguigno.
Nell'emocromatosi classica, caratterizzata da esordio in età adulta, mutazioni
nel gene HFE causano la produzione di una proteina HFE anomala. Questa proteina
HFE anormale (insieme alle altre proteine regolatorie) trasmette all'epcidina il
messaggio sbagliato: nel corpo c'è poco ferro. L'epcidina a sua volta
interagisce con l'intestino: il basso livello di epcidina, indotto da quella
anomalia iniziale del gene HFE, dà il segnale all'intestino di aumentare
l'assorbimento di ferro. Questo circolo vizioso di segnalazioni risulta alla
fine nel sovraccarico di ferro tipico dell'emocromatosi. Così "la via di
comunicazione" è integra ma riceve un messaggio sbagliato e non sarà regolata in
modo corretto.
Visto che l'epcidina è considerata oggi il regolatore chiave del
metabolismo del ferro, il suo dosaggio sta modificando o modificherà in futuro
la gestione dell'emocromatosi? Le nuove conoscenze sull'epcidina possono dare un
contributo per la diagnosi dell'emocromatosi o per predire l'entità del
sovraccarico di ferro che un paziente potrebbe avere?
Ad oggi non sembra necessario né utile misurare l'epcidina nel sangue di un
paziente per fare diagnosi della forma classica di Emocromatosi (HFE correlata).
La ferritina e la saturazione della transferrina sono ancora i migliori
strumenti per sospettare la forma più comune di emocromatosi. Misurare
l'epcidina potrebbe invece aiutare a classificare i casi intricati di
sovraccarico di ferro non attribuibile alle mutazioni del gene HFE. Nei
laboratori di ricerca si sta mettendo a punto una misurazione accurata
dell'epcidina sia nel sangue che nelle urine. Riguardo alla possibilità che
l'epcidina possa predire il rischio di sviluppare il sovraccarico di ferro o la
sua entità e dare un contributo nella successiva gestione del paziente con
diagnosi genetica di emocromatosi, il monitoraggio di indici semplici come
ferritina, saturazione della transferrina ed emoglobina sono ancora oggi i più
utili e specifici. L'epcidina è ancora oggetto di ricerca, pertanto rimane da
definire se e come possa essere meglio usata nella pratica clinica, sia
nell'ambito del sovraccarico di ferro che dell'anemia.
(Articolo tratto da Iron Filings, notiziario dell'Associazione Canadese Emocromatosi; intervista dell'editore Julie MacFarlane al Dr. Sam Krikler, direttore della Divisione di Ematologia, Dipartimento di Medicina di Laboratorio, Ospedale Surrey Memorial, British Columbia)
Dr.ssa Sara Pelucchi
Dr.ssa Paola Trombini
[Articolo pubblicato il 12-04-07]